L’INDUSTRIA DELLA CALCE A COGOLETO

Secondo tradizioni locali, gli abitanti di Cogoleto, fino dall’epoca romana avrebbero sfruttato le risorse del territorio (la presenza di consistenti affioramenti di calcare) per la produzione della calce.
In effetti questa secolare attività produttiva, fondamentale per l’economia del paese, è molto antica come risulta da numerosi documenti conservati in archivi pubblici. Il commercio della calce è fiorente a Cogoleto, già dal XV secolo come attesta il primo documento inerente tale attività, ad oggi ritrovato. In esso, Giovanni Colombo di Cogoleto contrae un mutuo con Simone da Sestri Levante che poteva essere estinto con una fornitura di calce.
La fabbricazione della calce, particolarmente importante per l’economia del paese, necessitava di grandi quantità di combustibile (fascine ad uso delle fornaci) che venivano raccolte nei boschi comunali ed anche importate dai comuni confinanti.
Per avere ulteriore conferma dell’effettiva ed importante presenza di questa attività industriale nel territorio di Cogoleto occorre fare riferimento agli annali del Giustiniani. Nella prima edizione pubblicata nel 1537 si legge che a Cogoleto figurano cento vìntìcinque foghi (ossia nuclei familiari) et, gran numero di fornaci.
Il numero di fornaci da calce presenti in Cogoleto oscilla a seconda dell’epoca, da un minimo di sei ad un massimo di dodici. Le più antiche, definite a fuoco intermittente, si trovavano proprio nel centro abitato, tra le case ed in prossimità degli scali, come risulta da una pianta di Cogoleto nella quale è segnata la posizione di alcune di queste fornaci.
La definizione di fornace di tipo intermittente la si deve al fatto che per la tipologia del sistema di cottura, tra una cotta di calce e l’altra, la fornace veniva spenta per consentirne lo svuotamento. Terminate queste operazioni si poteva iniziare una nuova cotta di calce.
Per trasformare la pietra calcarea in calce all’interno delle fornaci bisognava raggiungere una temperatura di 800/900 gradi.
Era un attività estremamente importante per l’economia del paese, che coinvolgeva moltissimi persone impegnate in varie mansioni: raccoglitori di fascine, addetti al trasporto delle stesi anche tramite l’utilizzo di slitte trainate da buoi, minatori per l’escavazione della piet calcarea, mulattieri per il trasporto della stessa, operai specializzati nella costruzione della voi della fornace e sistemazione del calcare, personale per mantenere il fuoco acceso per otto gicm (fornaci di tipo intermittente), addetti alla distribuzione della calce i quali avevano anche compito di “purgarla” dal crudo, pesatori, addetti al trasporto e carico dei bastimenti per ] spedizione del prodotto, marinai e capitani dei bastimenti.
Anche le donne erano impegnate in questa attività ed avevano un’età compresa tra i 10 ed i 3 anni, mentre per quanto riguarda i trasporti via mare con i bastimenti a vela, risulta che ag inizi del secolo XIX il più giovane marinaio imbarcato per effettuare il piccolo cabotaggi aveva soltanto 9 anni. Di fatto un intero paese al servizio di questa attività produttiva.

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